PACHAMAMA

Con la partecipazione di: Coyote Alberto Ruz Buenfil, Enzo Braschi, Antonio Giacchetti, Vittorio Marchi, Don Luis Nah, Westin Luke Penuma e Igor Sibaldi

Il documentario è stato realizzato con l’intento di supportare la campagna di Alberto Ruz Buenfil per la creazione di una carta dei diritti di Madre Terra. Tutte le immagini e le interviste contenute nel documentario sono tratte del materiale inedito del film un “Un Altro Mondo” di Thomas Torelli.

Un mondo senza violenza è possibile solo se saremo noi, singoli individui, a fare il primo passo verso quella direzione.I popoli nativi questa concezione la conoscevano benissimo: Pachamama infatti rappresenta l’antico culto venerato dai popoli andini del Sudamerica dove la Pacha (Terra) Mama (Madre) è al centro di ogni cosa. Secondo questa visione, qualsiasi cosa in natura appare come Sacra e Divina.

Alberto Ruz Buenfil (Coyote Alberto)

Messicano, figlio dell’archeologo Ruz Lhuillier, noto scopritore della tomba reale di Pakal a Palenque. Con più di quarant’anni dedicati allo studio, la creazione e la promozione della Cultura della Pace, è un vero pioniere, veterano e storiografo del movimento degli eco-villaggi, delle reti bio-regionali e del cambio sociale e spirituale. Maestro di cerimonia, Fondatore della Caravana Arcoíris por la Paz che ha viaggiato per 17 paesi del Centro e Sudamerica (1996-2009), è scrittore, co-fondatore della Comunità Ecologica Huehuecoyotl a Tepoztlan in Messico, creatore e cordinatore del Consejo de Visiones Guardianes de la Tierra-México (1990-2015). Oggi è tra i coordinatori del Primo Foro Mondiale per i Diritti della Madre Terra in Messico che si terrà a giugno 2016.

Il Buon Vivere e i Diritti della Madre Terra
di Coyote Alberto Ruz
Ecovillaggio Huehuecóyotl, Messico, 15 agosto 2015

La storia dell’umanità è segnata da lotte continue per i diritti a una vita libera e giusta, fraterna, con equità sociale, di genere, di razze, di età, basata sulla reciprocità; una vita sana, generosa, comunitaria, rispettosa e in armonia con i cicli della Natura e il Cosmo, poiché questi sono i regolatori delle stazioni che ci permettono di continuare ad esistere, a noi come specie e a tutte le altre specie che condividono con noi questa stessa Madre in comune, la Madre Terra.Queste lotte sono state causate, si devono e probabilmente si dovranno sempre a quello che potrebbe riassumersi nella contraddizione tra coloro che proponiamo un modello di “Buon Vivere”, di fronte a coloro che detengono il potere di mantenere uno status quo basato sulla dominazione, l’ingiustizia razziale, sessuale, generazionale e sociale, l’individualismo e la concorrenza, lo sfruttamento, sia della Natura come degli altri esseri umani, e l’ignoranza e il disprezzo per tutte le forme di vita non umane e i cicli della vita. In poche parole, tra una visione antropocentrista e una visione biocentrista dell’esistenza.Le lotte per l’abolizione della schiavitù durarono secoli della nostra storia, lo stesso che le lotte dei movimenti di liberazione nazionale per finire con il colonialismo, le lotte per ripristinare una equità di genere che permetta alle donne di avere gli stessi diritti degli uomini, le lotte per i diritti civili per ottenere abolire il razzismo, le lotte sociali ed economiche per una migliore distribuzione delle ricchezze, i diritti generazionali, e più recentemente le lotte per i diritti culturali, di preferenza sessuale, i diritti dei popoli indigeni, per la casa, il lavoro, la terza età e molti altri.Ma è stato solo fino all’anno 1948 che i governi di tutto il mondo hanno adottato una Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, come un risultato di secoli di lotte sociali per raggiungere ciascuno di quei diritti. Eppure, in questo lungo e doloroso processo, l’umanità si è dimenticata che gli esseri umani sono solo una specie, che dipende per sopravvivere integralmente dal resto degli elementi, i micro ecosistemi della Natura e i macro ecosistemi del Cosmo.Tuttavia, a partire dal XX secolo cominciarono ad apparire qui e là i primi difensori degli animali, dei fiumi, dei mari, dei boschi, delle montagne, delle sementi native, dei territori naturali e i luoghi sacri , della biodiversità, delle energie non inquinanti o pericolose come quelle nucleari, e che parallelamente cominciarono a creare spazi di protezione, di resilienza, di sostenibilità, implementando nuove ecotecniche, imparando e riprendendo le forme di produzione, di presa di decisioni, d’istruzione e sanità così come le pratiche spirituali delle culture originali ed emergenti, cercando di ristabilire un rapporto armonioso con la Madre Terra e i suoi cicli vitali.E oggi, questo processo ci sta portando a capire che senza una legislazione che prenda in considerazione i Diritti della Natura, la nostra stessa sopravvivenza come specie è in pericolo di estinzione, ed è per questo che stiamo seguendo l’esempio dei popoli andini, specialmente in Ecuador e Bolivia, ed ora anche a Città del Messico, che ci stanno tracciando le prime linee per riprendere i principi del Buon Vivere, o il Sumak Kawsay, e aggiornarli al complesso mondo moderno in cui viviamo per modificare il modello di “sviluppo cieco” e di “progresso illimitato” che sta uccidendo tutti gli elementi naturali e la biodiversità culturale, per poter pensare di lasciare una strada possibile alle generazioni future.È per questo che invitiamo tutti gli ambientalisti, ecologisti, artivisti e difensori della natura, gli abitanti degli ecovillaggi, permacultori, bioregionalisti, ecofemministe, eco roulottisti, scienziati, politici e imprenditori con coscienza, alle comunità tradizionali e alle comunità ed ecovillaggi in transizione a riflettere profondamente su questo argomento, e ad unirsi alle campagne e iniziative locali, nazionali e globali, e ad unirsi a noi tutti, che in questi momenti stiamo combattendo per una Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra.Cercaci, unisciti, gestisci e crea localmente le tue azioni e le tue campagne.Per Tutte le Nostre Relazioni. Scarica la “Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra” integrale.


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